Quando arriva il momento di pensare a un Summer Camp per i propri figli, ogni genitore si pone le stesse domande: sarà pronto? È troppo piccolo?
Quale sarà il camp migliore per lui o per lei? E soprattutto… sarà davvero un’esperienza utile, che lascia qualcosa?
La verità è che un Summer Camp ben scelto può fare la differenza. Non è solo una vacanza, né solo un corso di inglese. È un’esperienza di crescita personale, un’occasione per imparare la lingua vivendola, per fare nuove amicizie e scoprire di saper fare molto più di quanto si pensava.
Ma per raccogliere davvero tutti i frutti di questa esperienza, la scelta va fatta con cura. Ecco allora una guida pensata per te, per aiutarti a fare chiarezza e orientarti tra le tante proposte.
Indice dei contenuti
Quando è il momento giusto per partire? Età e maturità prima di tutto
Non c’è un’età perfetta uguale per tutti, ma ci sono momenti della crescita in cui un’esperienza all’estero può fare davvero bene.
I più piccoli, dai 9 ai 12 anni, sono curiosi, entusiasti e pronti a vivere un’avventura, ma hanno bisogno di essere guidati. Per loro servono programmi protetti, con staff presente e attento, e un’organizzazione che li faccia sentire al sicuro.
Poi c’è la fascia dei 13-15 anni, quella forse più esplosiva. Qui il Summer Camp diventa l’occasione per misurarsi con sé stessi, per fare il primo vero salto verso l’indipendenza, conoscere coetanei da tutto il mondo e scoprire una nuova sicurezza personale.
Dai 16 anni in su, infine, i ragazzi sono pronti a vivere esperienze ancora più complete, spesso con obiettivi chiari come preparare un esame di inglese o iniziare a pensare all’università all’estero.
La cosa più importante? Non guardare solo la carta d’identità, ma ascoltare tuo figlio: come vive l’idea di partire, quanto si sente pronto a mettersi alla prova.
Sport, inglese o creatività? Scegliere il camp che rispecchia chi è tuo figlio
Una delle scelte fondamentali riguarda il tipo di camp. E qui la domanda diventa: cosa lo appassiona davvero?
I ragazzi più sportivi e pieni di energia spesso si trovano benissimo in camp dove lo sport è il cuore dell’esperienza. Giocare, competere, condividere la fatica e la vittoria… tutto questo aiuta a vivere l’inglese senza nemmeno accorgersene.
Chi ama la lingua, invece, può scegliere camp linguistici più strutturati, dove le lezioni al mattino sono seguite da attività che rendono l’inglese qualcosa di vivo e reale, non solo esercizi sulla grammatica.
E poi ci sono i camp creativi, per i ragazzi che sognano di recitare, dipingere, scrivere o cimentarsi con la tecnologia. Ambienti dove la lingua diventa il mezzo per esprimere sé stessi e scoprire nuovi talenti.
La regola d’oro? Mai scegliere solo pensando a “quanto imparerà”, ma anche a quanto si divertirà. Perché se si diverte, imparerà il doppio.
Ma serve già un buon inglese per partire? E cosa possiamo aspettarci davvero?
Molti genitori si chiedono se serva già un buon livello d’inglese per partire. La risposta è no, e una buona organizzazione sa come accogliere ogni ragazzo al punto in cui si trova.
L’importante è che ci sia una valutazione iniziale, per costruire gruppi omogenei e obiettivi realistici. Perché non tutti partono dallo stesso livello, e soprattutto non tutti imparano allo stesso modo.
Certo, è giusto dirlo: due settimane di Summer Camp non faranno diventare tuo figlio bilingue. Ma lo sblocco è garantito: più sicurezza, più scioltezza, più voglia di mettersi in gioco. E per molti ragazzi è proprio questo il punto di svolta.
La sicurezza prima di tutto: cosa controllare prima di iscriversi
E qui arriviamo alla parte più importante per ogni genitore: la sicurezza.
Non basta un bel sito web o un programma ben scritto. Dovete sapere chi c’è davvero dietro, e come gestiscono i ragazzi giorno e notte.
Chi accompagna i ragazzi nel viaggio? C’è un responsabile italiano sempre presente? Che rapporto c’è tra staff e studenti? Se mio figlio non sta bene, chi interviene e come?
La regola è una sola: chiedere tutto senza timore. Un’organizzazione seria risponde con chiarezza e vi trasmette quella sensazione di fiducia che vi fa dire “Sì, mi sento tranquillo a mandarlo”.
Oltre l’inglese: cosa succede nella testa dei ragazzi durante il Summer Camp?
Quello che spesso non si dice abbastanza è che il Summer Camp non serve solo a migliorare l’inglese. Serve soprattutto a far crescere i ragazzi.
Per la prima volta si trovano a gestire una routine lontani da casa, a cavarsela in situazioni nuove, a fare amicizia con ragazzi di altre culture. E tornano diversi.
Li vedi tornare con uno sguardo più sicuro, con il racconto di piccole sfide vinte ogni giorno. E capisci che lì, in quelle due o tre settimane, sono cresciuti davvero.
Una giornata tipo: per capire cosa vivrà tuo figlio
Immagina tuo figlio che si sveglia in un college inglese, fa colazione con ragazzi spagnoli, francesi e tedeschi, e poi passa la mattina in classe con un insegnante madrelingua.
Il pomeriggio è dedicato allo sport o a laboratori creativi, o magari a una gita a Londra o a Cambridge. E la sera? Giochi di squadra, quiz, cinema all’aperto o una festa a tema.
Giornate intense, piene, vissute totalmente in inglese. E senza rendersene conto, ogni ora che passa i ragazzi diventano più sicuri, più spigliati, più padroni di quella lingua che fino a ieri sembrava così distante.
Le parole di chi c’è già passato: “È tornato diverso”
Forse la cosa più bella è sentire i racconti delle famiglie che hanno vissuto questa esperienza.
Mia figlia è tornata con una luce diversa negli occhi. Più sicura, più grande. E sì, anche il suo inglese è migliorato, ma quello che mi ha colpita è stata la sua voglia di raccontare tutto. È tornata felice. E io ho capito che avevamo fatto la scelta giusta.
“Ho capito che stavo iniziando a pensare in inglese quando ho sognato in inglese. Non mi era mai successo.” (Francesco, 16 anni)
La checklist dei genitori: cosa non devi dimenticare di chiedere
Se vuoi essere sicuro di fare la scelta giusta, ecco alcune domande da tenere a mente:
- Chi accompagna i ragazzi?
- Quante ore di inglese si fanno davvero al giorno?
- C’è sempre un responsabile italiano in loco?
- Qual è il rapporto tra staff e studenti?
- Se c’è un problema medico, cosa succede?
- Posso contattare mio figlio o avere aggiornamenti?
- Ci sono testimonianze di altre famiglie che hanno già partecipato?
Non avere paura di fare domande: la trasparenza è la miglior garanzia.
E oggi? I Summer Camp non sono più solo UK o USA
Negli ultimi anni le proposte sono sempre più varie. Si va dai camp classici in Inghilterra o Irlanda, ai programmi in Canada o a Malta. Ma stanno crescendo anche i camp a tema: quelli STEAM per chi ama la tecnologia, quelli dedicati alla leadership o ai futuri manager, o i camp sportivi per ragazzi che vogliono allenarsi mentre imparano l’inglese.
La cosa bella è che oggi davvero ogni ragazzo può trovare il camp su misura per lui.
La verità è che il Summer Camp cambia tuo figlio più di quanto immagini
Alla fine, scegliere il Summer Camp giusto significa regalare a tuo figlio qualcosa che va oltre la lingua. Gli regali la possibilità di crescere, di misurarsi con il mondo, di scoprire che è capace di fare cose che non pensava nemmeno di saper fare.
E quando tornerà, ti accorgerai che non è più lo stesso. Non solo perché parlerà meglio inglese, ma perché sarà cresciuto dentro.
Ed è allora che capirai che non è stata solo una vacanza, ma un pezzo della sua vita che ricorderà per sempre.